«Dedizione al lavoro». Tre parole semplici. È quella mancata al Napoli negli ultimi mesi della stagione perché certi comportamenti e certe prestazioni non si possono altrimenti spiegare. «Dedizione al lavoro» è quella che certamente hanno giocatori finiti dietro le quinte durante la gestione di Reja. Come Grava, il terzino casertano che ha cercato in queste settimane di convincere Donadoni e la società a rinnovare il suo contratto in scadenza. Come Pià, che ha segnato tre gol e ha dedicato dopo ogni rete un abbraccio all'allenatore che lo ha rimesso in campo. Come Bogliacino, che a Catania ha tirato con il sinistro (piede a cui aveva subìto un grave infortunio il 26 luglio durante la partita con i greci del Panionios, turno di qualificazione all'Intertoto: quattro mesi di assenza)e ha segnato un gol d'artista. Il primo nelle 14 partite giocate in questo campionato, il quarto nelle 44 gare di A con gli azzurri. Il 2 giugno, due giorni dopo la fine della stagione, Bogliacino compie 29 anni. C'è un contratto che lo lega al Napoli fino al 2012 e lui volentieri resterebbe qui, a patto di non fare perenne spola tra panchina e tribuna. La premessa di Donadoni, ribadita negli spogliatoi di Catania, è stata questa: «Non ci sono intoccabili». Bogliacino lo spera perché, anche se non ha giocato tanto nei due campionati di A, ha estimatori. Come il Palermo, a cui è stato suggerito durante il mercato di gennaio da Ballardini, suo tecnico alla Sambenedettese. Come il Cagliari: il centrocampista uruguaiano da bel tiro è un chiodo fisso del presidente Cellino. Come il Parma, che s'era fatto avanti cinque mesi fa, quando lottava per la promozione: richiesta respinta da Marino, che ha investito su questo ragazzo nel 2005, quando preparò il Napoli che avrebbe vinto il campionato di C1. Bogliacino è uno di quei giocatori che piacciono agli allenatori perché lavorano in silenzio. E, se restano fuori, non protestano, nè fanno intervenire il procuratore. Così diverso da altri sudamericani del Napoli, quelli delle assenze ingiustificate al campo d'allenamento di Castelvolturno e delle presenze, altrettanto ingiustificate, nei locali alla moda quando l'alba si avvicina.
Fonte: Il Mattino
Fonte: Il Mattino
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