22 marzo, 2007

Bogliacino 26 gare su 26, e la stanchezza si fa sentire.

Ha ceduto di botto. All’improvviso Mariano Bogliacino non ce l’ha fatta più. Troppa la fatica accumulata. Troppa soprattutto in rapporto a quello che il suo fisico può dare. Bogliacino, infatti, tra gli azzurri è colui che alla fine d’ogni gara risulta aver speso sempre più energie. È il giocatore che più d’ogni altro dal campo esce distrutto. Per questo, per recuperare, a volte alla ripresa degli allenamenti gli viene riservato un lavoro più leggero. Ventisei presenze e ventisei volte titolare, Bogliacino. E non è un caso, perché il ragazzo d’Uruguay è l’unico veramente insostituibile della formazione azzurra. L’unico, perché è quello di maggiore qualità. Eclettico. Capace di difendere e attaccare, di suggerire e di fare pure gol. Non sarà un fenomeno, però nel suo ruolo, quello d’interno di sinistra, nel Napoli non ha alternative. Tant’è, che se viene meno lui ne risente tutto il centrocampo. E la ricaduta è immediata anche sulla difesa e sull’attacco. Il cedimento di Bogliacino (che non è l’unico, comunque), però, a pensarci bene, non è stato poi tanto sorprendente. Dopo la gran partita con lo Spezia, infatti, una inarrestabile discesa. Prima col Rimini, poi contro il Vicenza, infine col Crotone. Doveva essere fermato e invece è stato rispedito in campo. Un errore grave, ma anche una lezione: d’ora in avanti il Napoli dovrà prestare più attenzione alla preparazione e alla condizione d’ogni azzurro. E in campo dovrà andarci solo chi fisicamente darà più affidamento.
Fonte: Il Mattino

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